LE RICHIESTE: *Riaprire un tavolo di incontro tra il comune, le realtà del terzo settore e le persone senzatetto.
*Ridiscutere il piano freddo e l’accoglienza offerta dalla città alle persone senzatetto, superamento dell’attuale logica emergenziale e monitoraggio della popolazione nel corso del tempo per valutare l’effettiva efficacia delle misure adottate.
*Allestimento di bagni pubblici, anche con docce e distribuzione gratuita di biancheria, almeno uno in ogni zona della città.
*Recupero di aree/spazi per l’installazione di cassette di sicurezza automatiche, armadietti e deposito bagagli gratuito.
*Recupero e messa a valore degli edifici dismessi per un progetto vero di edilizia popolare e dormitori
*Apertura di strutture diurne a bassa soglia
Milano, 23 dicembre 2021:
Siamo in piazza come Mutuo Soccorso Milano, Lambretta, Studenti Tsunami e come persone di questa città per chiedere con urgenza l’apertura di un tavolo pubblico con il comune di Milano per affrontare la delicata questione delle condizioni in cui versano i senza fissa dimora, vittime tra l’altro in questi giorni di operazioni di sgombero condotte senza preavviso da forze dell’ordine e AMSA.
Il comune diffonde dati che parlano di migliaia di posti letto in dormitori a disposizione dei senza tetto, numero incrementato durante il periodo invernale come previsto dal “Piano freddo”. La realtà dei fatti parla di strutture fatiscenti, in condizioni igienico sanitarie precarie, con procedure di accesso macchinose e lunghe, tali da non poter garantire la risposta ad un’emergenza immediata.L’unica soluzione immediata proposta sembra essere l’apertura di un mezzanino della metro in cui sono disposte delle brande. L’accesso è garantito solo in orari stabiliti ( dalle 8:00 alle 5:00), non esiste nessuna informativa esterna chiara per chi ne deve usufruire, la ” struttura” è attualmente a metà capienza.
Dopo aver messo a disposizione coperte e sacchi a pelo necessari a chi rimane escluso dai dormitori, il comune rastrella gli stessi beni donati in nome di decoro e sicurezza per i residenti e gli stessi senzatetto, cadendo in contraddizione e mostrando un piano di gestione finanziaria dell’emergenza confuso e arbitrario.
Con il progetto Drago Verde siamo in strada ininterrottamente dall’inizio della pandemia e quanto abbiamo rilevato tramite questionari ed il contatto diretto quotidiano con le persone mette in luce l’assenza totale di servizi igienici di base per chi rimane fuori dalle strutture.
Noi siamo ancora qua, come attivist* e volontar* sempre dalla parte di chi rimane indietro, a pretendere un radicale cambio di passo in merito alle disuguaglianze che attanagliano la città. Siamo ancora qua, con le persone senza fissa dimora, nonostante una narrazione pubblica orientata soltanto alle esigenze di ripartenza economica che riguarda solo una maggioranza privilegiata. Siamo ancora qua, nonostante la mancanza di supporto materiale da parte del pubblico e col solo sostegno della popolazione solidale.
Abbiamo proposte dettagliate e concrete, di facile e immediata realizzazione, già portate su un tavolo aperto alla presenza di una nostra delegazione formata anche da senzatetto. Alle nostre proposte non è seguito nessun fatto concreto e ancora oggi vediamo che la risposta alla marginalità viene sempre affrontata in modo emergenziale e come un problema di ordine pubblico.
Il presidio ha sortito effetto, dopo poco tempo dall’inizio si è precipitato l’assessore al welfare Bertolè, per parlare con Mutuo Soccorso Milano. Al confronto hanno preso parte sia i militanti in presidio che alcuni senzatetto, illustrando le reali problematiche a cui vanno incontro le persone in strada.
Il confronto è stato serrato, e si è risolto con l’impegno da parte di Bertolè di aprire un tavolo pubblico di lavoro a gennaio, in cui renderà conto alla cittadinanza e concorderà con la stessa le future misure di contrasto alla marginalità e all’esclusione.
Questa dichiarazione non è che l’inizio per noi, aspettiamo la convocazione effettiva del tavolo e l’effettivo inizio dei lavori.
Siamo ancora qua, e ancora qui resteremo.